venerdì 13 marzo 2015

15. Ko Lanta. Relax.

Eccolo, il giorno è finalmente arrivato! Già mi ci vedo fra una oretta sulla mia spiaggia tropicale con la noce di cocco in mano o più probabilmente una thaipirinha.
Rischio subito di perdere il pick-up che mi dovrebbe portare al porto ma per fortuna un ragazzo sopra se ne accorge e fa fermare il conducente. Il ragazzo, Maximo, è un ispanico-scozzese partito 10 giorni fa che ha fatto finora Chiang Mai e Pai ma che non ha goduto della sua vacanza finora perché si è ammalato subito, per colpa di un hamburger, dice. Non va a Ko Lanta ma a Ko Jum un isoletta poco prima, più piccola e molto meno turistica, dice. Ha bisogno di staccare da tutto e da tutti e di isolarsi dal mondo, lì non c'è neanche Internet, dice. Resta il fatto che sul battello che ci porta alle isole i tre quarti delle persone vanno a Ko Jum. Mah. Durante il tragitto parliamo anche con altre 2 ragazze, un inglese e una finlandese. Con la finlandese riesco a comunicare mentre con l'inglese niente, lei parla io annuisco e basta. Non è la prima volta che mi capita, gli inglesi dovrebbero imparare a parlare l'inglese, cazzo, sono delle pippe clamorose. Comunque.
Sbarco a Ko Lanta e a sorpresa vedo che anche Maximo scende qui. Il tipo (un signore accanto a lui) mi ha detto che a Ko Lanta c'è più figa, ho cambiato idea, dice. Vabbè. Subito noleggio uno scooter per evitare di pagare il taxi tuk, monto sopra col mio zainone da trekking e in 10 minuti sono alla mia guesthouse. Aaaaa già mi ci vedo disteso sull'amaca davanti al mio bungalow in legno. E infatti la proprietaria mi conduce verso un orribile bungalow in muratura tutto bianco che puzza di vernice. Ho sbagliato prenotazione? Mi lamento subito ma la tipa mi dice che il mio bungalow si libera domani e che questo è un 'upgrade' perché ha l'aria condizionata e nonostante tutto mi fanno pagare la stessa cifra. Le dico che a me dell'aria condizionata non frega niente, anzi mi da pure problemi di stomaco, ma non c'è niente da fare, mi tocca il bungalow appena imbiancato. E l'amaca è pure bucata. Vabbè non pensiamoci dai che mi butto subito in spiaggia, barriera corallina sei mia! Disfo lo zaino e mi accorgo che il bagnoschiuma che ho fregato all'albergo di Krabi (per compensare il mio shampoo rimasto all'aeroporto) si è aperto e ha macchiato tutta la mia roba. Tiro un sospiro, lascio tutto cosi che già é tardi e vado alla ricerca di quella che sarà la mia spiaggia per una settimana.
Fatti 100 metri come da dépliant, sbuco finalmente...sugli scogli. Anzi più che scogli direi vere e proprie rocce. Disastro, qui c'è solo un bar sfigatissimo col barista addormentato sul bancone e il mare è inaccessibile. Ma non mi arrendo, percorro il lungomare fino a trovare, 300 metri dopo, finalmente un ingresso più o meno sabbioso. Il colore del mare non è un granché, l'acqua è torbida, diciamo che non si vede proprio un cazzo. Ma chissenefrega. Daje. Via la maglietta, vai con la crema 50 (anche se sono le 18) e via in acqua. Faccio un passo e mi schianto su una roccia sott'acqua. Ma non demordo, devo buttarmi in acqua, è il mio primo bagno. Faccio un secondo passo e sbam ginocchio sullo scoglio. L'oltrepasso già tutto acciaccato, tento di andare oltre ma dopo altri 3 passi e relative botte sulle tibia capisco che c'è qualcosa che non va. Scoprirò in seguito che anche qui è zona di scogli e l'alta marea mi ha appena fregato.
Ma alla fine ce la faccio. Mi sposto di altri 200 metri e finalmente mi godo l'acqua (caldissima) e uno straordinario tramonto. Pausa relax iniziata.

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