domenica 29 marzo 2015

21. Da Bangkok ad Ayuttayah. FOTO.

Un blog senza foto effettivamente è un po' triste. Per cui prendiamo queste foto fatte con il mio arretratissimo Nokia e mettiamo un po' di colore a questo blog va.


Boh
Bruce-Lee?
Boh (2)
Questa la so! Il Re!


Il Mekong?

Cibo misterioso e pericoloso


Andata
E ritorno

Per la fatica comincio a vedere elefanti rosa
e piccoli monaci arancioni iphonemuniti
Simpatico vecchio
Trenithai, una preghiera e si
parte (forse)

Più sicuro del treno ma a rischio cani randagi
Non si vede niente ma mi piace l'atmosfera
I feroci cani randagi
Foto tecnico-artistica
Longtailtassista

Tempio cinese, pare il ristorante sotto casa mia


Classica fotoscappo

ma chi me l'ha fatto fare??

giovedì 19 marzo 2015

20. Hua Hin, Bangkok e ritorno a casa.

Ultima tappa prima di Bangkok, solo perché di strada, Hua Hin, località di villeggiatura famosa perché a quanto pare luogo di residenza estivo della famiglia reale.
Per arrivarci, taxi-scooter, traghetto e autobus, un viaggio di una giornata intera, dovuto anche ai vari ritardi di tutti i mezzi presi ma ho capito ormai che é la norma. Trovata con difficoltà la guesthouse (busso alla porta sbagliata), mi sistemano in una vecchia casa di pescatori (cosi c'è scritto) ed esco subito per un sopralluogo. La situazione è molto chiara, ci sono sole due tipi di razze umane: le coppie di pensionati (la maggior parte scandinavi) e le coppie di pensionato obeso con giovane thai minigonnata. C'è un intero quartiere di locali con all'interno queste due tipologie di coppie più tante ragazze adescatrici che non nascondono di mostrare interesse anche nei confronti di un italiano pur non particolarmente vecchio nè particolarmente obeso (io). Comunque, con difficoltà riesco finalmente a trovare un pub dove proiettano partite di calcio e dove non ci sono queste ragazze thai "invadenti" ma dopo pochi minuti vengo clamorosamente attaccato da una milf danese e sono costretto alla ritirata strategica. Scopro così che la mia stanza si trova dietro la cucina di un ristorante e che i thailandesi hanno molto a cuore il lavaggio dei piatti; fino alle 4 del mattino circa.
La mattina dopo faccio un giro, trovo dei quotidiani italiani del giorno stesso fotocopiati (come fanno?), ammiro giapponesi che si fanno i selfie sui binari mentre arriva il treno e infine vado alla scoperta della spiaggia. Un disastro. Mare mosso, vento pazzesco e rocce seminascoste in acqua. Tento comunque di sistemarmi sotto una palma solitaria ma vengo insabbiato in 5 minuti allora mi tuffo in acqua facendo attenzione ma il tempo di uscire e pare sia arrivato un tornado. Alla fine desisto e mi butto in mezzo a una serie di ombrelloni piazzati su una spiaggia un po' più riparata con varie cucine improvvisate a riva, tipo mercato. Spettacolo. Con due euro mi godo ombra, venticello, pesce che ti portano sulla sdraio e panorama di spiaggia, mare agitato, cavalli e un anziano tedesco ciccione che si schianta sulle rocce sott'acqua e viene recuperato tutto sanguinante dai baywatch thailandesi (ce ne sono voluti 4 per trascinarlo a riva).
Il giorno dopo ultimo treno per Bangkok..sempre due ore di ritardo, a questo punto rivaluto decisamente Trenitalia. È anche vero che per risparmiare prendo l'ordinario, 6 ore senza aria condizionata, unico straniero a bordo. Rischio comunque di perderlo perché alla stazione non si capisce niente, mi carica a bordo il capotreno e alla fine, con molta calma, arrivo a Bangkok, zona Chinatown, al mio hotel "River View Hotel" che dalla mia stanza è piuttosto una "Baraccopoli View Hotel". Non mi piace, non ha neanche il classico bagno thailandese con doccia incorporata al gabinetto a cui ormai ho fatto l'abitudine e che trovo geniale: in questo modo non hai neanche bisogno di lavare il cesso, tanto basta che ti fai una doccia e lavi tutto.  
Arriva finalmente l'ultimo giorno di questa avventura, essendo il check-out alle 12 e il volo alle 21 tento di fare una lunga passeggiata a Chinatown ma lo zaino pesante e 42 gradi all'ombra mi fanno abbandonare dopo mezz'ora di vagabondaggio e arrivo, tramite un superbo skytrain (ma non si può fare lo stesso a Roma??), all'aeroporto alle 14...7 ore di attesa più 3 ore di volo più 3 ore di scalo più 10 ore di volo..un calvario...ma finalmente sbarco a Fiumicino e scopro con grande sorpresa che una persona è anche venuta a prendermi. Montezuma. Maledizione, sempre lui. Colpa dei 4 pasti al chicken curry della Sri Lankan Airlines, lo sapevo!

mercoledì 18 marzo 2015

19. Ko Phangan (mare e vita sociale) e Ko Tao (meravigliao)

Tre giorni a Ko Phangan
Io e il mare
Bungalow sul mare è vero, ma mare al limite della balneazione: niente rocce ok ma mosso, torbido e pieno di alghe e granchi. L'unico vantaggio era un baretto sulla spiaggia dove sdraiarsi con birra e sole, in beata solitudine. Poi ogni tanto un tuffettino in mezzo alle alghe, 30 secondi, e birra e sole. Tuffettino birra e sole. Tuffettinobirrasole. E ogni volta che uscivo dall'acqua sembravo un mostro marino. Ovviamente dopo un giorno ho recuperato uno scooter e me ne sono andato a in giro per l'isola. Un giorno alla scoperta delle spiaggie del nord-est, percorrendo saliscendi incredibili, arrivando prima a una spiaggia con mare piatto e turchese frequentata da famiglie (ho rubato il lettino in un residence, se ne sono accorti ma non mi hanno detto niente, imperturbabile con gli occhiali da sole che fingevo di dormire) e poi invece dall'altro lato, mare bello e agitato popolato da giovani surfisti (mentre io mi sono fermato, ma ovviamente a mangiare). Poi un salto alla festosa e pericolosa Haad Rin, la famosa spiaggia dove si scatenano balli, canti, risse, orgie e omicidi (pare) ma dove io trovo solo una coppia di pensionati perché alle 16 stanno ancora tutti dormendo (pare). Un altro giorno alla scoperta delle spiaggie del nord-ovest, dove arrivo non prima di aver riparato un guasto meccanico allo scooter di un ragazzo che non partiva. Cosi per la prima volta ho potuto finalmente dire che lavorare per 15 anni nel campo dell'automotive è stato utile a qualcuno, anche se bastava alzare il cavalletto. Comunque anche lì, spiaggie splendide e tranquille.
Io e la vita sociale
Almeno 2 party al giorno di media mi diceva il mitico Loris (vedi post precedente). Per prepararmi andavo prima a caricarmi con cibo e vino. Visti i miei problemi di stomaco avevo però deciso di mettermi a dieta: cucina non asiatica. Per cui in 3 giorni ho mangiato nei seguenti ristoranti: italiano (carbonara), francese (filetto al pepe), tedesco (cotoletta) e messicano (roba indecifrabile). Col risultato di peggiorare per il semplice fatto che il cibo era preparato in ristoranti si internazionali ma comunque sempre cucinato da asiatici..quindi improponibile. Poi finalmente i party. Il martedi c'era l'Half Moon Party ma il filetto al pepe verde thailandese mi ha fatto propendere per il Full Moon Sleep; il mercoledi invece era previsto il Drum Jam Beach ma i burritos thailandesi mi hanno sviato al Dream Jam Bungalow; il giovedi la carbonara thai mi ha ucciso. Che amarezza.
E comunque, per me, Ko Phangan batte Ko Lanta 2 a 0 (mare e ambiente).

Due giorni a Ko Tao
Dopo le frenetiche feste di Ko Phangan decido di prendermi un po' di relax nella piccola isola di Ko Tao, località famosa soprattutto per le immersioni subacquee. Ovviamente io non ho nessuna intenzione di fare immersioni per via della mia precedente disastrosa e traumatica esperienza di 15 anni fa in Sardegna quando rischiai di annegare in piscina, a due metri di profondità, ma questa è un'altra storia. Per me lo snorkeling è già abbastanza rischioso, ti puoi sempre ferire con i coralli.
Comunque.
Sbarco a Ko Tao dopo 2 ore di Mr Bean proiettate in traghetto e mi faccio 3km a piedi fino alla guesthouse percorrendo praticamente un unica strada che si affaccia sulla spiaggia tra locali ristoranti negozi e bungalow ed arrivo a Sairee Beach dove mi accorgo subito che la popolazione è composta esclusivamente da giovani farang per lo più europei che vengono qui per rilassarsi e fare, appunto, diving.
Signori, spettacolo. Pur non avendo visto nulla se non Sairee Beach stessa mi sono innamorato dell'isola, del suo incredibile mare e della sua atmosfera rilassata. Mi ricordava un po' Formentera con i seguenti vantaggi: mare tiepido, nessun italiano, prezzi bassi, in acqua 50m2 per me rispetto ai 50cm2 di Formentera, palme per l'ombra (io che rimango tutto il giorno in spiaggia è record), percorso alloggio-spiaggia a piedi, temperatura esterna perfetta (25 gradi circa), diverse attività da fare oltre al solo abbronzarsi, barriera corallina a 40 metri dalla riva, insomma non c'entra un cazzo con Formentera. Ho fatto i bagni più belli della mia vita (ogni volta un ora in acqua), poi tramonti sul mare con vino e paella (piccante), aperitivi con tapas e musica lounge (e spettacoli col fuoco in riva), relax sulla spiaggia (sempre pulita da ragazzi che passano ogni ora), snorkeling in mezzo ai pesci (non mi sono ferito), negozietti carini (altra maglietta), grilli che cantano (o nessuno o tutti insieme), pescatori a riva con le loro reti (e i pesci che saltano fuori dall'acqua per fuggire).
E poi tanta figa (nota tecnica per alcuni mei amici lettori).
Per farla breve, avrei potuto passare un mese intero qui, però accompagnato da una cinquantina di libri.
E comunque, per me, Ko Tao batte Ko Phangan 3 a 0 (mare, ambiente e tramonti).

lunedì 16 marzo 2015

18. Da Ko Lanta a Ko Phangan

Avete presente una zanzariera che copre il letto? Ecco si, umile ed ultima barriera di difesa contro attacchi terrestri ed aerei. Ma cosa succede se un imbranato (tipo io) non sa chiuderla bene e si ritrova in piena notte con dentro 3 zanzare e un ragno? Sapendo che fuori dalla zanzariera non puoi uscire perché 1000 mosquitos t'aspettano e dentro la zanzariera ragni e zanzare (ripeto tre) non usciranno mai perché ora hai chiuso bene, cosa fai? Il ragno ok fatto fuori al terzo round ma le zanzare? Se anche le vedi non c'è un muro per schiacciarle, puoi solo usare la tecnica di karate kid che acchiappava le mosche al volo. Allora ecco cosa succede: non dormi.
Poi, in stato comatoso, alle 5, quando stai comunque per cedere allo stato inconscio, ti da il colpo di grazia il muezzin. Allora va bene ok. Io mi sono informato. Questo tipo che canta non prega, ma ricorda a tutti di pregare, 5 volte al giorno. È come se il parroco di zona mia, a un certo punto installasse degli altoparlanti sulla Cassia e, 5 volte al giorno, al ritmo di "mille giorni di te e di me" (cit. Baglioni), si mettesse a cantare 'Ti ricordo, un unico Padre Nostro...in ricordo di meee.. per sempre, e per 5 volte al giorno..' ecc ecc. Ok ora a me un po' di musica non dispiace se sei pure intonato ma se tu mi inizi a cantare alle 5 del mattino non sorprenderti se io il giorno dopo vengo si in chiesa, ma a bestemmiare. 
Comunque avete capito, ho dormito male. Tra l'altro ho un bel viaggio da fare. Mi aspetta un mini-van che, tra strade e traghetti, al ritmo di Fast & Furious 8, mi porta miracolosamente nella parte delle isole orientali della Thailandia, meta finale Ko Phangan, il luogo dei famigerati 'Full Moon Party', grandi feste di sbandati al chiaro di luna, basta con questa vita moscia. Arrivo di sera, bungalow sul mare (mare che non riesco a scorgere bene, essendo buio) e bar sulla spiaggia per fare nuove amicizie. Solo che sono tutti grossi tedeschi che paiono hooligan e io non mi sento a mio agio e a 50 metri scopro un ristorante italiano. Ma si dai andiamo li.
Al ristorante italiano scopro che il proprietario é italiano, incredibile. Si chiama Loris, tatuato, capelli lunghi, l'aria un po' fatta e sta li con la compagna Laura con l'aria un po' fatta e un altro italiano amico loro, lui proprio fatto. Il locale si chiama 'O sole mio' e infatti lui è di Trento. Comunque simpatici, ci siamo solo noi e passo una bella serata con sottofondo, come da nome del locale, di musica rave e hip hop in quanto l'amico è un deejay dell'isola, pare. Scopro diverse cose interessanti: Supergyk (vedi post 16) è un jeko gigante chiamato tokay; per non avere piccante (vedi post 12) per sicurezza non devi dire no spicy ma no chili; ci sono dei funghi bellissimi nei dintorni che ti fanno vedere certi tramonti; per caso hai visto in città un nostro amico zoppo che manca da 4 giorni forse è il caso di chiamare la polizia; fai attenzione ai ladyboy che fanno schifo c'ho un amico bellissimo che va con loro che schifo ma come fai gli dico che schifo mi viene il vomito (Loris) eh a chi lo dici anche a me fanno schifo però una volta ci sono andato gran scopata (Deejay) eheh hai ragione a dir la verità è capitato per caso anche a me eheh é stato mitico (Loris). La conversazione vira brutalmente sull'hardcore ma é solo quando il Deejay mi spiega che i ladyboy per farsi le labbra si fanno aprire il pisello in due che decido di salutare la piacevole compagnia trattenendo un conato di vomito.
E da domani...party!!!

domenica 15 marzo 2015

17. Le 4 isole di Trang

Oggi faccio il turista vero: mi aspetta il '4 island tour', 4 isole magnifiche, zona Trang, tutte dai nomi Koh Qualcosa. Ci sono varie possibilità di barcarole, motoscafi, canoe, ma io vado sul sicuro: bella navetta grande per famiglie e anziani con bagni e viveri.
Prima tappa: snorkeling sull'isolotto di Koh Qualcosa Uno. Arriviamo su quest'isolattissimisolotto e ci sono altre 8 barche, almeno 4 made in China, comunque più persone in acqua che pesci, un disastro. Ma il nostro equipaggio è furbissimo, è fornito di viveri che scopro non per noi (maledizione) ma per i pesci e li lancia in acqua nei pressi della nostra barca e tutti i pesci si spostano da noi e i poveri cinesi rimangono con le maschere sott'acqua a guardarsi le pinne mentre noi snorkeliamo a più non posso e alla fine devo dire che ce ne sono parecchi di questi pesci colorati tant'è che a un certo punto soddisfatto tolgo maschera e pinne e mi metto a fare il morto a galla in mezzo a tutti questi bei pesciolini che mi sfiorano appena...fino a quando il nostro furbissimo e a questo punto simpaticissimo equipaggio mi tira addosso del pane per scherzo e in mezzo secondo arriva tutta la fauna acquatica delle Andamane scambiandomi per un panettone galleggiante. E scopro che i pesci mordono. Maledetti.
Partiamo per la seconda tappa, non senza essere prima tornati indietro a recuperare un povero rasta che avevamo dimenticato in acqua e che stava nuotando e urlando dietro la barca da circa 5 minuti. Poverino, tutto magrolino, sale stremato e si accascia semisvenuto. Ma non c'è tempo per preoccuparsi, arriviamo a Koh Qualcosa Due dove ci aspetta la visita delle grotte. Scena indescrivibile. Tre barche tre hanno scaricato in acqua duemila asiatici duemila, tutti coi giubbotti di salvataggio, tutti attaccati a mo di trenino e che formano delle code lunghissime in acqua. Il capotreno di ogni fila, un organizzatore, con le pinne trascina questa marea di occhi a mandorla all'interno di una caverna buia, aiutandosi con delle torce, per poi emergere in una baia interna dell'isola che sarebbe anche bella se ci fosse posto non dico per me, ma anche solo per il mio alluce. Comunque facciamo la stessa cosa, giubbotto, in acqua, fila indiana e farsi trascinare dolcemente dal caposquadra. Con la particolarità che io ho un giubbotto rotto che non si chiude e mi sale in faccia e davanti a me mi attacco pure all'unico scemo che non capisce che basta farsi trascinare -dolcemente- dagli altri e invece rotea e muove e gesticola e batte i piedi dandomi colpi sulle tibia sulle ginocchia sulle cosce sullo stomaco il maledetto. Che sofferenza. Arrivo alla baia con una mano sola aggrappato al tipo scemo e con l'altra a proteggermi i gioielli di famiglia. Esco dall'acqua pieno di lividi e il ritorno lo faccio stavolta staccandomi dal cordone, come un vagone abbandonato a se stesso ma sano e salvo.
Terza tappa: di nuovo snorkeling, ma stavolta a ridosso di una spiaggetta di Koh Qualcosa Tre, devo dire in un posto fantastico e isolato, niente da dire, bellissimo, manco un cinese, non posso fare nessuna battuta in questo caso, la mia prima vera esperienza di snorkeling spettacolare.
Infine ultima pausa bagnetto su Koh Qualcosa Quattro, un'altra spiaggetta da sogno ma senza ombra per cui dopo 5 minuti sono tornato, da solo, in barca a dormire.
Per oggi va bene così.

sabato 14 marzo 2015

16. Ko Lanta. Mare, bungalow e...

Trasferitomi nel mio bel bungalow di legno posso finalmente dare inizio al mio periodo di assoluto relax che qui riassumo.
Io e il mare 
Come già accennato (post precedente) non mi sono ritrovato nella spiaggia più bella della Thailandia anche perché se ho capito bene le spiagge più belle ormai sono tutte occupate da resort a 5 stelle e non da bungalow a mezzo asterisco come il mio. Spiaggia lunga, mi ricordava Sabaudia, ma tipo Sabaudia semideserta in Agosto. Per il caldo che faceva per me era impossibile stare lì senza ombrellone dalle 11 in poi, così, con la crema 50 e orari tipo 10/11 e 18/19 ho potuto mantenere la mia splendida abbronzatura da muratore. Poi non si capiva niente. Bassa marea, alta marea, mi capitava di dover tornare la sera in bungalow dopo aperitivo e al posto della spiaggia c'era il mare e dovevo scavalcare delle mura e passare attraverso proprietà private con piscina e questi ricconi mi guardavano malissimo. Oppure durante la giornata il mio zaino lasciato a riva mi raggiungeva nuotando, in genere a dorso. Poi acqua caldissima del tipo che mi dovevo mettere la crema anche per nuotare. Comunque bello. Bello rilassante. Ah si. In tre giorni la cosa più interessante che ho fatto è stata guardare e studiare gli stadi dell'accoppiamento di due paguri, un mercoledi mattina, per circa 2 ore. Indimenticabile. Poi informandomi su Google mi è venuto il dubbio che in realtà quello a cui avevo assistito era una lotta tra un paguro povero che tentava di rubare la villa (conchiglia) più grande del paguro ricco. Un altra volta mi sono svegliato in mezzo a un gruppo di meditazione, non so perché ma stavano lì, io sognecchiavo a riva poi sento del movimento ed erano in 20 a formare un cerchio con me in mezzo e facevano strane figure a rilento in piedi sulla spiaggia. Boh. Poi un giorno mi sono stufato perché il mare non era granché, ho preso uno scooter e ho fatto il giro dell'isola, rischiando un po' tra buche e scimmie che attraversavano la strada, fino a trovare una spiaggia fantastica nella quale sono rimasto circa un bagno e 3 minuti in quanto non c'era un solo angolo di ombra e, da solo, avevo qualche difficoltà a mettermi la crema sulla schiena. Altri 5 minuti e sarei morto.
Io e il bungalow
Parliamone. Della mia fissa per i bungalow in legno. Non sapevo che incluso nel prezzo c'erano geki, mosquitos, formiche, api, ragni, insetti volanti non identificati e qualsiasi essere strisciante o volante nei dintorni. Una lotta continua. I geki erano abbonati fissi. Praticamente erano i veri proprietari del bungalow e facevano avanti e indietro tra patio e salone a seconda della luce accesa. Erano in 5, gek, gak, gik, guk e gok. Tutti capitanati da supergyk, una specie di incrocio tra un geko una lucertola e un iguana. L'ho intravisto una sola volta supergyk, aggrappato dietro alla mia sedia sul patio, vedevo solo una jekomano dalle dimensioni umane e due occhi enormi che mi fissavano nell'oscurità. Sono scappato dalla paura. Poi la notte risuonava ogni ora il suo grido disumano (cosa d'altronde logica, essendo un jeko e non un umano). Un altro simpatico coinquilino era una specie di calabrone asiatico tutto giallo e dalle dimensioni di una palla da golf. Per fortuna non era silenzioso e lo sentivo arrivare da lontano come il gruppo di elicotteri in Apocalypse Now e facevo in tempo a liberare il patio, sua tana, e ad infilarmi dentro la zanzariera. Era puntuale, dalle 17 alle 20 stava li a fare le sue cose, non so bene cosa, ma lui girava lì intorno per 3 ore e soprattutto non dovevi disturbarlo perché era pure irascibile (una volta per allontanarlo ho provato a tirargli una bottiglietta d'acqua e mi sono dovuto barricare per ore all'interno). Però che bello la notte. Il suono della natura. La melodia. Canti, grida, muggiti, ronzii, mugolii, ululati, cinguettii, trilli, friniti, stridii, grugniti, barriti, miagolii, starnazzi, gracidii, blattii, sibili, squittii, ovviamente ronzii. Ogni tanto inframezzati dalla preghiera del muezzin di turno sparata dagli altoparlanti posti sulla strada. Mai più.
Io e Montezuma
Ebbene si. Montezuma (vedi post 9) si è imbucato con me. Gratis. Nessuno se n'è accorto per fortuna, non ho dovuto pagare un supplemento. Ormai siamo inseparabili. Quasi amici. Cioè io non lo sopporto perché, diciamocelo, mi fa fare delle grandi figure di merda però lui invece si è affezionato, si vede. E bravo Montezuma. E' anche vero che mangiare per 18 volte di seguito thai, spicy e curry non mi ha aiutato e neanche bere cocktail col ghiaccio (ma all'aperitivo prendi 2 e paghi 1, non ho resistito). Ma sto studiando un piano per seminarlo. Infatti stasera abbiamo litigato a cena. Domani devo fare il giro in barca di 4 isole e gli ho spiegato che lui non può venire per cui ho interrotto bruscamente la mia dieta per prendere la mia medicina infallibile: cotoletta alla milanese e patatine fritte...con questo ti sconfiggerò maledetto!

venerdì 13 marzo 2015

15. Ko Lanta. Relax.

Eccolo, il giorno è finalmente arrivato! Già mi ci vedo fra una oretta sulla mia spiaggia tropicale con la noce di cocco in mano o più probabilmente una thaipirinha.
Rischio subito di perdere il pick-up che mi dovrebbe portare al porto ma per fortuna un ragazzo sopra se ne accorge e fa fermare il conducente. Il ragazzo, Maximo, è un ispanico-scozzese partito 10 giorni fa che ha fatto finora Chiang Mai e Pai ma che non ha goduto della sua vacanza finora perché si è ammalato subito, per colpa di un hamburger, dice. Non va a Ko Lanta ma a Ko Jum un isoletta poco prima, più piccola e molto meno turistica, dice. Ha bisogno di staccare da tutto e da tutti e di isolarsi dal mondo, lì non c'è neanche Internet, dice. Resta il fatto che sul battello che ci porta alle isole i tre quarti delle persone vanno a Ko Jum. Mah. Durante il tragitto parliamo anche con altre 2 ragazze, un inglese e una finlandese. Con la finlandese riesco a comunicare mentre con l'inglese niente, lei parla io annuisco e basta. Non è la prima volta che mi capita, gli inglesi dovrebbero imparare a parlare l'inglese, cazzo, sono delle pippe clamorose. Comunque.
Sbarco a Ko Lanta e a sorpresa vedo che anche Maximo scende qui. Il tipo (un signore accanto a lui) mi ha detto che a Ko Lanta c'è più figa, ho cambiato idea, dice. Vabbè. Subito noleggio uno scooter per evitare di pagare il taxi tuk, monto sopra col mio zainone da trekking e in 10 minuti sono alla mia guesthouse. Aaaaa già mi ci vedo disteso sull'amaca davanti al mio bungalow in legno. E infatti la proprietaria mi conduce verso un orribile bungalow in muratura tutto bianco che puzza di vernice. Ho sbagliato prenotazione? Mi lamento subito ma la tipa mi dice che il mio bungalow si libera domani e che questo è un 'upgrade' perché ha l'aria condizionata e nonostante tutto mi fanno pagare la stessa cifra. Le dico che a me dell'aria condizionata non frega niente, anzi mi da pure problemi di stomaco, ma non c'è niente da fare, mi tocca il bungalow appena imbiancato. E l'amaca è pure bucata. Vabbè non pensiamoci dai che mi butto subito in spiaggia, barriera corallina sei mia! Disfo lo zaino e mi accorgo che il bagnoschiuma che ho fregato all'albergo di Krabi (per compensare il mio shampoo rimasto all'aeroporto) si è aperto e ha macchiato tutta la mia roba. Tiro un sospiro, lascio tutto cosi che già é tardi e vado alla ricerca di quella che sarà la mia spiaggia per una settimana.
Fatti 100 metri come da dépliant, sbuco finalmente...sugli scogli. Anzi più che scogli direi vere e proprie rocce. Disastro, qui c'è solo un bar sfigatissimo col barista addormentato sul bancone e il mare è inaccessibile. Ma non mi arrendo, percorro il lungomare fino a trovare, 300 metri dopo, finalmente un ingresso più o meno sabbioso. Il colore del mare non è un granché, l'acqua è torbida, diciamo che non si vede proprio un cazzo. Ma chissenefrega. Daje. Via la maglietta, vai con la crema 50 (anche se sono le 18) e via in acqua. Faccio un passo e mi schianto su una roccia sott'acqua. Ma non demordo, devo buttarmi in acqua, è il mio primo bagno. Faccio un secondo passo e sbam ginocchio sullo scoglio. L'oltrepasso già tutto acciaccato, tento di andare oltre ma dopo altri 3 passi e relative botte sulle tibia capisco che c'è qualcosa che non va. Scoprirò in seguito che anche qui è zona di scogli e l'alta marea mi ha appena fregato.
Ma alla fine ce la faccio. Mi sposto di altri 200 metri e finalmente mi godo l'acqua (caldissima) e uno straordinario tramonto. Pausa relax iniziata.

giovedì 12 marzo 2015

14. Ritorno a Chiang-Mai e partenza per il Sud

Ho calcolato tutto. Avevo noleggiato lo scooter alle 13e30 (vale per 24h) per cui posso partire con calma verso le 9 per tornare a Chiang Mai entro quel orario. Non ho calcolato però che a quell'ora, con la mia misera felpetta, si gela qui in zona Pai. Fino alle 11.30 circa viaggio raggomitolato con una stalattite che mi pende dal naso. Poi piano piano mi riscaldo affrontando i curvoni alla Valentino Rossi fino ad esaltarmi ed eseguendo, in circa 4 ore, due fantastici sorpassi, a un anziano in bicicletta e a un ciccione su un cinquantino. Io ho un 125 ma solo in salita lo frego.
Arrivato a Chiang Mai, cambio subito guesthouse, basta galli (vedi post 11 e 12)! Mi sistemo così nel quartiere "hot" dove al posto dei galli magari trovo qualche pollastrella ah ah ah... Vabbè. Qualche giro, qualche cibo preso per strada e poi l'obiettivo del giorno: affrontare il Sunday Walking Market, il mercato più famoso della regione, solo di Domenica, un po' come il nostro Porta Portese. Io odio i mercati, ma siccome dovevo comprare sta cavolo di calamita per un amico mi ci butto. L'avessi mai fatto! Due ore per fare un chilometro. In infradito, con tutti a calpestarmi i piedi. A un certo punto arrivo alla fine boccheggiando e per evitare di tornare indietro vado alla ricerca di una strada parallela. La trovo e, che bello, è tutto buio e non c'è un cane. Anzi si ce ne sono due e si stanno azzannando a 5 metri da me. Per fortuna interviene una specie dì samurai, forse il proprietario di uno dei due cani che inizia a prendere a bastonate l'altro e io mi dileguo zitto zitto. Vabbè è arrivata l'ora della seratona hot che mi aspetta al quartiere hot! Infatti faccio tutta la strada a testa bassa per la vergogna poi mi infilo nell'unico bar dove non c'è nessuna signorina e mi prendo una birra da solo. Fine seratona.
Finalmente dormo bene nella mia stanza brutta e piccola ma esente galli e comunque a 6€ a notte non potevo mica aspettarmi la vasca idromassaggio. Sveglia con calma, birretta, pranzo e aereoporto dove arrivo con un leggero anticipo, circa 4 ore, ma non vedo l'ora di raggiungere le Isole. La mia destinazione finale è Ko Lanta, meta ideale per noi backpakers anziani, a dispetto delle troppe turistiche Phuket e Ko Phi Phi. M'imbarco, non senza aver gentilmente e di consueto omaggiato il mio shampoo agli addetti al controllo e dopo volo e shuttle bus arrivo a Krabi, dove raggiungo la mia ennesima guesthouse. E dove mi rispondono: ma chi sei? Siamo completi. Deve esserci un disguido con booking, comunque la proprietaria, un po' agitata e psicopatica, dopo aver fumato 4 sigarette in due minuti mi indica un albergaccio li vicino. E vabbè.
Noto subito tre differenze con il Nord della Thailandia: costa di più, fa un caldo soffocante e, dopo gli inchini timidi ed ossequiosi del Nord, qui vengo trattato come una merda qualsiasi (giustamente aggiungerei).
Ma domani...mareeeee!

martedì 10 marzo 2015

13. Pai e la fine di un eroe

Mi addormento bello tranquillo e sereno nel mio piccolo bungalow ma dopo un paio d'ore mi sveglio tremante. Fa un freddo cane. Tolgo il mio pigiamino corto e mi vesto come se dovessi uscire, pantaloni lunghi, calzini, maglietta e felpa, ma non basta. Per fortuna trovo un piumino da nano in armadio e mi rimetto a letto vestito, con i piedi comunque scoperti.
Mi alzo tutto infreddolito ma almeno scopro 3 vantaggi: esco dal letto già vestito e operativo; i galli non si sono sentiti, avranno il becco congelato; la mia bottiglietta d'acqua è tornata fresca fresca. La 'colazione inclusa' della guesthouse consiste in 6 banane e caffè/tè fai da te. Conosco una coppia di olandesi che viaggiano con la figlia di 5 mesi. Lui fa quello che farò io a breve: il casalingo, e non lo trovo per niente stressato, molto bene. Poi arriva un giapponese che si chiama Hero che inizia a raccontarmi dei suoi viaggi. Incuriosito dalla sua vita avventurosa gli chiedo cosa fa come lavoro, finalmente qualcuno che mi può dare un idea su come combinare lavoro e libertà. Mi risponde ma non capisco. Web Designer? Bar tender? Blogger! Ho capito! Pensa te pure io ho iniziato a fare il blogger, allora sono sulla buona strada? Quanto si guadagna? A questo punto interviene la signora olandese spiegandomi che Hero non ha detto blogger ma beggar, ossia mendicante. Dopo un attimo di imbarazzo il buon Hero con un sorrisone mi spiega che in effetti come lavoro fa il mendicante 'professionista'. Cioè è proprio una professione ed è pure in nero, non versa contributi il furbetto. Se ho capito bene lancia i birilli ai semafori ma adesso vuole imparare a suonare uno strano strumento (non ho capito quale) e perciò è diretto in Canada per raggiungere un professore bravissimo. Non glie l'ho dico ma secondo ha sbagliato direzione per andare dal Giappone al Canada, forse non sa che la Terra è tonda e non ha capito che si può passare dall'altro lato, boh.
Comunque.
Un sacco di cose da fare oggi. Visita di routine al tempio principale e poi le mitiche waterfall (cascate) e le loro piscine naturali. Quindi prima il dovere, il tempio Wat Phra, che se non lo vedo non ci dormo. All'ingresso..nessuno, neanche un cinese! Come mai? Lo scopro subito: 353 scalini da fare per arrivare in cima e raggiungere il tempio. Ma li faccio e li conto tutti. Come al solito a mezzogiorno sotto 35 gradi, ma ne varrà la pena. Dentro il tempio..il solito buddha. Vabbè basta scherzare, ora cascate e piscina, vai che sotto ho già il costume.
Arrivo al primo parco naturale e scopro che l'ingresso costa 300bath (8€!!) perché si tratta di sorgenti termali. Io sono un viaggiatore low cost e con questo caldo andare alla terme è un suicidio per cui faccio marcia indietro e mi dirigo verso la Nam Tok Mo Paeng, 'una cascata con un paio di piscine naturali dove si può fare il bagno' (cit. Lonely Planet). Innanzitutto a trovarla la cascata. Ogni 2km c'è un cartello che indica che mancano 2 km. Ne conto 5 di cartelli. Passo per un villaggio cinese, poi salgo per circa 1000 metri di dislivello arrivando a un paesino di 7 anime (di cui 3 cani), scopro che i cani sono attratti dal rumore di Mo-Thai (lo scooter), ridiscendo a manetta inseguito dal branco, il tempo di seminarli e finalmente arrivo. 
Scendo e osservo perplesso. Una pisciatina. Questa è la cascata, una pisciatina che sgorga su un laghetto marrone cacca. Sono un po' frustrato, quando vedo una coppia di turisti che scendono, non senza difficoltà, da una serie di rocce poste dietro la cascata. Sono fradici, chiaro segno di bagno in laghetto naturale. Mollo le infradito ed inizio ad arrampicarmi con l'agilità di un rinoceronte zoppo. Rischio di scivolare un paio di volte ma alla fine supero la vetta della cascata e sono finalmente ricompensato dalle mie piscine naturali: tre pozzanghere, con 4 ragazzini thai che da dentro si tirano del fango addosso. I turisti saranno stati fradici di sudore come io ora che cerco di scendere senza rompermi l'osso del collo.
Me ne vado via amareggiato e nel percorso di ritorno vengo fermato non una ma ben tre volte di seguito da paesane che mi fanno il segno della sigaretta. A tutte rispondo che mi dispiace ma non ne ho di sigarette, io non fumo. Supero le coltivazioni di oppio e finalmente torno al mio bungalow.
Arriva sera e sono di nuovo carico. E' da ieri che Joey mi parla di questo reggae party immancabile a pochi metri da dove siamo. L'evento che tutti aspettano, la seratona che prima o poi dovevo fare, finalmente! E infatti la musica si sente fin da dentro il mio bungalow, sento pure le urla, daje, stasera faccio un macello. Prendo Mo-Thai e tacci che freddo! Vado a destra come da indicazioni, 500m, che freddo, 1km, si gela, ma dov'è sto posto, non sento più niente! Faccio altri 200 metri, sto in mezzo ai pini, vabbè torno indietro, andiamoci a farci la solita cena a centro Pai.
A cena chiacchiero col simpatico proprietario, un italo-scozzese che si è trasferito qui da 17 anni. Incuriosito gli chiedo come ha fatto e lui mi risponde, facile! ho semplicemente venduto tutte le mie proprietà in Scozia e reinvestito qui comprandomi due ristoranti, un bar e tre alberghi. Gli chiedo cosa potrei comprarmi io qui con le mie proprietà in Italia, ossia uno scooter del 2006 e una Mini del 2007 e si mette a ridere.
Torno a casa e mi accoglie festosamente Niki, il cane-lupo gigante di Joey. Lo so che è giovane e ha solo voglia di giocare ma il fatto che mi salti addosso e che non ho fatto la vaccinazione per la rabbia non mi rende tranquillissimo. Sto per rinunciare a fare i 50 metri che mi separano dal bungalow per tornare in paese quando per mia fortuna Niki viene distratta. Sta arrivando un altro scooter. Ne approfitto per sgaiattolare velocemente mentre Niki si avventa sul nuovo arrivato. Era il mitico Hero. Parlo con il passato perché non so che fine abbia fatto. Per 10 minuti l'ho sentito urlare 'Niki stop! Aaaa...niki it's not fun!! Aaaaa!' poi qualcosa in giapponese poi urla, insomma a un certo punto ho anche pensato di andare ad aiutarlo ma, nonostante la mia preoccupazione, mi sono addormentato.
La mattina dopo di Hero nessuna traccia mentre Niki stava chiusa in una gabbia. Non ho mai saputo cosa è successo anche perché sono subito ripartito. Comunque era simpaticissimo.

domenica 8 marzo 2015

12. Da Chiang Mai a Pai in scooter

Odio i galli insonni. Notte interminabile. Ogni 3 secondi un gallo che cantava. Ho passato la notte a studiare tutti i versi: il gallo che fa la serenata, il gallo che ulula depresso, il gallo baritono, il gallo raffreddato, il gallo chiacchierone, il gallo combattente, il gallo cedrone, il gallo ubriaco, il gallo stitico. Ho provato a contarli per addormentarmi ma niente, non ho chiuso occhio.
Alla fine mi alzo con le occhiaie, esco a prendere un caffè al bar e noleggio uno scooter per poter visitare i dintorni della città. Da Chinatown al Night Bazaar che però mi delude un po' essendo chiuso (se si chiama 'night' forse ci sarà un motivo). Giornata davvero rilassante in vista della seratona che mi aspetta stasera. In effetti ancora non sono riuscito a fare una seratona in Thailandia, io che fino a qualche anno fa ero il re della notte! Stavolta m'informo bene, non voglio andare in un posto di 'farang' ma cerco un 'locale frequentato da locali', lo trovo, è un po' fuori mano ma tanto ho Mo-Thai, il mio nuovo motorino rosso fuoco.
Seratona a Chiang-Mai (come funziona) 
Vai a cena tardi per non arrivare troppo presto, zona thai, unico 'straniero' guardato in modo curioso.. Mangi con calma, sbadigli, ordini e riordini da bere, risbadigli. Alla fine gentilmente ti mandano via ma sei pronto, carico al punto giusto. Arrivi al localone e trovi una coppia di sessantenni, due gatti e tre minorenni al bar. Provi a farti capire chiedendo "when start the party?" e ti rispondono a mezzanotte. Guardi l'ora e sono le 22. Non glie la puoi fa, torni a casa e vai a dormire un po' amareggiato. Per fortuna ti addormenti subito distrutto dalla seratona, i galli miracolosamente dormono poi però alle 3.30 organizzano un concerto rock, tutti insieme, con una sola regola: vince chi chicchiricchia più forte.
Il giorno dopo mi alzo di nuovo con le occhiaie e cavalco Mo-Thai per un impresa memorabile: arrivare a Pai in scooter, 140km di curve sulle montagne. Mi ha dato l'idea Vagina Calda (vedi post 7), dice che lui l'ha fatto in tre ore e cosi mi sono convinto. Io però ci metto 4 ore e mezza e una lombosciatalgia. O Vagina ha trovato una scorciatoia o mi viene il dubbio che lui l'abbia fatto in moto, il furbetto. Comunque. Bel viaggetto tra natura, villaggi, templi, buddha e farfallate in faccia. Trovo anche la maniera per risparmiare sulla lavanderia comprandomi una maglietta. Arrivo con fatica alla guesthouse, una serie dì bungalow in campagna e subito mi si accappona la pelle: è pieno di galli pure qui. Ma perché?? Non c'è nessuno ad aspettarmi, nell'attesa sono indeciso se strangolare tutti i galli o andare a mangiare. Alla fine opto per quest'ultima soluzione, ordino qualcosa di no spicy ma mi arriva comunque piccante, tutti sorridono e si inchinano ma è come parlare con i muri qui. Torno e mi accoglie Joey un simpatico indigeno fidanzato con un italiana di Bologna. La sua ragazza è incinta di 4 mesi, si sposano fra 1 mese ma non lo vedo tanto convinto..mi sa che si è inguaiato. Mi mostra il mio spettacolare bungalow accessoriato con una bellissima amaca che si affaccia su una pozzanghera marrone dalla quale ogni tanto emergono strane bollicine..forse un pesce-gallo? Mi butto subito sull'amaca, vengo mangiato dalle zanzare e mi accomodo dentro.

venerdì 6 marzo 2015

11. Chiang Mai. Galli e massaggi.

Mi sveglio alle 4, alle 4e40, alle 5e15, alle 5e50, alle 6e30, alle 7e05, alle 7e34, alle 8e03, alle 8e40, alle 9e12 e infine alle 9e45 quando finalmente mi alzo. Su booking nessuno ha scritto che questa guesthouse si trovava dietro a un allevamento di galli insonni, ora rimedio subito io maledetti.
Vabbè dai che mi alzo che ci sono un sacco di cose da fare: trekking, safari, adventure jungle, massaggi, zoo, elephant park, yoga, rafting, corsi di cucina, meditazione, corsi di muay thay e cosi via. Troppe cose. Per me poi che sono un eterno indeciso. Non sapendo cosa scegliere alla fine decido di andare sul classico 1. farmi un giro in città, si sa mai che c'è qualche tempio da 'fotoscappare' (vedi post 9) e 2. pranzare, si sa mai che trovo un buon galletto al curry.
Finiti i fotoscappi e il pranzo non posso più tirarmi indietro. È arrivato il momento del massaggio. Io odio i massaggi. In realtà non mi sono mai fatto fare un massaggio, ma so che li odio. L'idea di qualcuno che mi tocchi e che non sia il mio partner, magari si tratta pure di un maschio, non mi va a genio...ma sono in Thailandia e non posso andarmene senza averne provato almeno uno. A questo punto mi viene un idea geniale: prenoto il Thai Massage presso il carcere femminile. Si tratta di massaggi eseguiti dalle detenute del carcere femminile nell'ambito del loro programma di riabilitazione, cosi faccio pure beneficenza. Ma almeno sono sicuro che mi toccherà una donna. Magari un assassina o una sadica, ma comunque una donna. Pago in anticipo l'imponente guardia carceraria di 1m50 e nell'attesa del mio turno vado a farmi un paio di Chang Beer per prendere coraggio. Torno brillo e convinto che mi massaggerà la ladra Margot, alias Fujiko di Lupin III, dopo avermi bendato e legato a un letto.
Thai Massage a Chiang Mai (come funziona) 
Innanzitutto la vestizione. Una poliziotta mi consegna una specie di kimono da indossare. Per evitare figuracce chiedo come si indossa, me lo spiega in thailandese e se ne va. Un disastro. Per me è incomprensibile, ho capito solo qual'è il pantalone ma non il senso e poi tutti questi lacci? Mi concentro, provo 4/5 combinazioni e alla fine esco dal camerino vestito in maniera ridicola, con il pantalone che mi cala da dietro e quindi boxer all'aria. Una detenuta massaggiatrice mi guarda, diventa rossa, scoppia a ridere e se ne va. Torna la poliziotta che, appena mi vede, scoppia a ridere pure lei. Vabbè it's my first time, spiegatemi. Alla fine mi aiuta un po' imbarazzata, avevo messo tutto al contrario, sono pronto. Dov'è la mia Margot?
Arriva un armadio in kimono, ha la forma di un cubo, probabilmente una condannata all'ergastolo. Mi fa togliere le scarpe, fa una smorfia e mi indica subito una bacinella per lavarmi i piedi. Finito, mi fa sdraiare su un materasso, bello rilassato. Chiudo gli occhi e sorrido. Nei primi 5 secondi mi fa scrocchiare, una ad una tirandole, le 10 dita dei piedi, mignoli inclusi. Reprimo 10 urla, lei ride sadica, io chiedo se il massaggio è finalmente finito. Lei mi risponde "relax". Altro che relax, dopo questo inizio sono tesissimo, mi sembra di stare dal dentista, aspetto da un momento all'altro il movimento che mi procurerà dolore. Rimane 20 minuti a torturare i miei piedi procurandomi, con la sola forza delle mani, una slogatura alla caviglia destra e un crampo al polpaccio sinistro. Poi si sposta verso l'alto e comincia a spaccarmi tutto. Per circa 30 minuti. Ogni volta che soffro ride la maledetta, deve appena aver visto le sfumature di grigio, rosso e giallo al cinema. Come il mio dentista prova a conversare per distrarmi ma non capisco niente, rispondo ansimante a monosillabi e lei ride e mi gira il braccio a 180 gradi dietro il collo. A un certo punto sto meditando di chiedere l'anestesia quando con un inattesa mossa da wrestling che mi ricordo di aver già visto a Wrestlemania 8 (quando The Rock schiena Hulk Hogan) pone fine alle mie sofferenze. Batto 3 colpi sul materasso per la resa, si inchina per salutarmi, chiedo sorridente dov'è l'ospedale, per la prima volta non ride per niente e se ne va.
Aaaaaa che bello, sarà l'effetto del massaggio ma mi sento veramente bene e rilassato! Dopo una bella cenetta mi ci vuole finalmente un bel bicchiere di vino rosso, basta birre. Grazie a tripadvisor trovo un wine-bar consigliatissimo nelle vicinanze. Mi siedo, apro il menu e sbianco. Un misero bicchiere di vino della casa mi costa alloggio, cena e massaggio. Ormai sono seduto, ordino, bevo, pago, il proprietario mi saluta con 18 inchini (ti credo!) e me ne torno nervoso a casa comprandomi al volo un pollo fritto.
Mi serve subito un altro massaggio maledizione!

mercoledì 4 marzo 2015

10. Da Sukhotai a Chiang Mai, templi e go go bar.

Stamattina, sveglia presto e visita al parco nazionale di Sukhotai, patrimonio mondiale dell'Unesco, certificato di qualità trip advisor, tre stelle michelin, 2 bandiere blu, un tapiro d'oro e cosi via. D'altronde non posso assolutamente perdermi il mio 364mo tempio da quando sono partito! Prendo lo scooter e parto, 12 km mi aspettano. Arrivo col sole a picco dopo averne fatto 30 di km causa problema tecnico (dimenticato cellulare, tornato indietro, in realtà ce l'avevo in tasca) ma ne è valsa la pena. O forse no. Sono un po' deluso, in 30 minuti ho visto tutto. Mi sembra di essere a Villa Borghese con 3 templi. E a proposito di templi...dopo circa 370 templi visitati, essendo questo un blog di viaggio, mi rendo conto che qualcuno si aspetterebbe da parte mia prima o poi almeno un commento su questi templi... Belli, molto belli. Dentro c'è sempre almeno un Buddha. Compro 18 banane per pranzo e rientro.
Segue piccola pausa caffè in un baretto tranquillo tranquillo dove mi rilasso al sole finché non arriva un auto con 4 giapponesi all'interno che sparano a palla musica di cartoni animati. Meditazione rinviata, vado a prendere l'autobus, 6 ore di viaggio mi portano a Chiang Mai.
Arrivato alla stazione degli autobus riesco a contrattare col taxi collettivo l'equivalente di un piatto di noodles per portarmi alla guest house. Divertente l'idea del taxi collettivo, il tassista ti carica solo se sei di passaggio, un po' come per l'autostop; con me non entra nessuno, o la mia guesthouse è in una zona isolata o puzzo talmente tanto (sono 3 giorni che ho la stessa maglietta) che il tassista si rifiuta di prendere alte persone per tornare subito a casa a farsi la doccia. Arriviamo, il posto é decente, la mia stanza somiglia a una cella di prigione ma va bene.
Si è fatta sera e vado a farmi un giro in città vagando più o meno a caso. Mi fermo per cena, pago l'equivalente di 2 notti nella mia cella e continuo il mio giro. A un certo punto accade qualcosa di strano. Sarà la barba che comincia a spuntare o l'abbronzatura accennata (anche se è buio) ma divento man mano sempre più affascinante. Più avanzo e più ci sono ragazze, a dir la verità in abiti succinti, che mi fissano sorridenti, che mi fanno cenni con la testa, che mi fanno l'occhiolino. Io arrossisco e, un po' intimidito, abbasso lo sguardo. Sarà il fascino del quarantenne. Ma qualcosa non quadra, più avanzo e più sono invadenti, insistono nel voler farmi degli happy massage. Poi arrivo in una zona sempre più losca dove queste signorine bevono e giocano a biliardo un pochino scosciate, con qualche attempato ammiratore che le guarda divertito e imbavonito. Scopro (su Google ovviamente) che sono, molto casualmente, probabilmente per via di una congiunzione astrale favorevole, finito nella zona dei cosiddetti bar girls (offri da bere e ti fanno felice), body massage (ti fanno un massaggio e ti fanno felice) e gogobar (ti fanno direttamente felice senza troppi giri di parole). Essendo ormai un blogger, e uno di quelli seri, il mio istinto professionale mi porterebbe a provare tutte queste strane esperienze di felicità e di amore per poi poterle raccontare. Ma essendo anche un minimo responsabile nei confronti della mia compagna capisco che devo anteporre la famiglia alla carriera e me ne torno a casa a testa bassa e verga alta. (comunque, per i maschietti, trovate tutte le recensioni su http://www.viaggidellagnocca.com/snikeatgogobar/ ).

lunedì 2 marzo 2015

9. Da Lopburi a Phitsanulok a Sukhotai passando per Montezuma

Mi alzo presto e vado alla stazione. Oggi mi attende il viaggio della speranza. Treno ordinario più autobus, probabilmente in piedi, almeno 6 ore di viaggio, se tutto va bene. Infatti non tutto va bene, il treno ha già un ora di ritardo. Mi propongono un alternativa, 4 volte più cara (10€ invece di 2,50€) ma ho il posto seduto garantito e il viaggio dura 2 ore in meno. Un viaggiatore zaino in spalla non avrebbe dubbi ma io ho si lo zaino in spalla ma ho anche 40 anni e quasi una figlia a carico, non devo morire per forza oggi. Piuttosto risparmio sull'alloggio e prendo il Frecciarossa.
Il treno arriva, sempre in ritardo, e questo si che è un treno. Dentro, al contrario del tram Bangkok-Ayuttayah (vedi post 6) ci sono solo viaggiatori stranieri, sedili decenti, aria condizionata e addirittura pranzo offerto tipo volo internazionale (sempre pollo al curry), meglio di Ryanair. Mi appisolo tranquillo quando ecco che, finalmente, dopo ben 6 giorni e circa 9 piatti al curry arriva Lei. La vendetta di Montezuma, detta anche lo squaraus del viaggiatore, si abbatte su di me. Prima con un leggero abbraccio allo stomaco poi con decisi cazzotti. Impallidisco, corro in bagno, per fortuna è decente anche se un po' movimentato. Ringrazio la sorte che mi ha fatto prendere questo treno, con l'altro chissà che fine avrei fatto.
Sto ancora in bagno quando il treno si ferma per Phitsanulok, il mio scalo per Sukhothai. Per fortuna me ne accorgo e sono semioperativo. Esco traballante e vado a visitare un altro paio di templi, sempre con la tecnica "fotoscappo", di certo non propriamente consigliata dalle guide turistiche ma gratis e veloce. Poi tuktuk e autobus vintage (con cinture aeree incorporate) che mi portano fino alla stazione dei bus di Sukhotai, dove per comodità e risparmio ho preso l'albergo (7€). A prima vista un classico postaccio da camionisti o, meglio, da tuktukisti.
Faccio i conti a Fantacalcio (ho vinto!), noleggio uno scooter e vado a cena in città. Il ristorante è carino e mi accorgo che i fazzoletti che si usano in Thailandia e che stanno dentro dei rotoli, spesso sono dei veri e propri rotoli di carta igienica, come in questo caso. Sono differenze culturali: chi usa la carta igienica per pulirsi il la bocca (qui) e chi usa l'acqua potabile per sciacquarsi il culo (noi).
Alla fine torno in albergo e passo una notte insonne tra rumori di fabbrica (riparavano gli autobus?), Montezuma (e lo scarico non funziona) e formiche che mi corrono sulla faccia. Inoltre senza lenzuole (avevano solo una coperta con una macchia di origine extraterrestre).
Domani andrà meglio.