giovedì 17 settembre 2015

4. Primi tre mesi da neopadre. Livello difficoltà: Champion's League (da giocare con il Frosinone)

Tre mesi e ancora non va in bagno da sola. Mi hanno detto che dovrebbe essere normale ma io non demordo e ogni tanto la lascio speranzoso davanti alla porta del bagno ma niente, non avanza di un cm, figurarsi sedersi sul water. Nel frattempo mi sto specializzando nei cambi superveloci tipo pit-stop da Formula 1 cercando di evitare che faccia (lei) i suoi bisogni in faccia (mia). Ho un record di 58 secondi crema per il culetto inclusa.
Il resto? 
Il resto va abbastanza bene a parte lombalgia, sciatalgia e crampi alle braccia dovuti al continuo trasporto della piccola. Dopo un mese però ho scoperto un mondo; il mondo dei prodotti porta-bambini. Zaini, fasce, marsupi.  Fatta qualche ricerca ho deciso di puntare sul metodo che mi sembrava il più figo, una semplice sciarpa. Notato che le mie non andavano bene (la bambola-cavia cadeva dopo 2 secondi) ne ho ordinata una su Internet e mi è arrivata questa super sciarpa. Lunga circa 6 metri. Ho tentato di fare da solo, secondo logica, e dopo vari giri e ri-giri di sciarpa (circa 8), nodi e ri-nodi (dal nodo tipico della cravatta (ho fatto l’impiegato) al nodo di scotta (ho fatto la Marina)), l’unico risultato è stato quello di capire che non c’era nessuna logica e ho preso il manuale. Di venti pagine. Per mettersi una sciarpa. Ho provato a seguire passo dopo passo ma a pagina 4 mi sono quasi impiccato e alla fine ho optato per la soluzione videoguida del prodotto. Collegatomi, ho scoperto che solo per fare il nodo-base (!) ci volevano 5 minuti e 80 manovre per un esperto, più altri 10 minuti e 150 manovre per poter sistemare la bimba. Solo a questo punto ho capito che mi deve essere sfuggita una facoltà all’università, ossia il corso di laurea in sciarpologia, con la possibilità di diventare in futuro o sciarpologo (gli ideatori delle sciarpe, che secondo me comunque hanno problemi seri) o sciarpolistruttore. A saperlo, altro che economia. Comunque. Alla fine ho accantonato lo sciarpone e optato per una semplice fascia portabimbo ma dopo aver agganciato una chiusura sul braccio della bimba (poverina) ho desistito e tutt'ora continuo a portarla in braccio ovunque e sempre con la stessa posizione, braccio destro sotto il sederino e mano sinistra a reggerle la testa. Ora ho un braccio bionico e l’artrite.
Il resto va abbastanza bene a parte la mia trasformazione in un padre mannaro. Non nel senso che ululo la notte ma che rimango sveglio per tentare di addormentare la piccola. Canti, passeggiate, alla fine mi affido quasi sempre alle poderose poppate della mia compagna che la tramortiscono (tecnica “tette all you can eat") ma poi magari si risveglia dopo 5 minuti. Dopo qualche settimana ho trovato un trucco, su un libro: il “rumore bianco”, ossia un rumore basso ma continuo tipo quello dell’aspirapolvere o del phon, che pare aiuti ad indurre il sonno. Dopo 2 mesi di aspirapolvere, una bolletta esagerata e una casa pulitissima (con grande gioia della mia compagna) un mio amico mi ha saggiamente consigliato di guardare su youtube se c’era qualche rumore bianco alternativo. C’aveva ragione. Da allora ho ascoltato circa 80 ore di pioggia e tuoni, 55 ore di radio am, 65 ore di onde marine e di cascate e 40 ore di rumori cosmici. Funziona, nel senso che io mi addormento subito e lei mi sveglia poco dopo.
Il resto va abbastanza bene a parte la mia trasformazione in un casalingo disperato. Attualmente non lavoro e la mia compagna si. Io, inizialmente felicissimo di rimanere a casa con un sacco di tempo libero a disposizione ho scoperto due cose: 1. una bimba di 3 mesi non ti lascia un secondo libero se non dorme (e la mia, di giorno, non dorme); 2. una bimba da sempre abituata ad essere allattata rifiuta il biberon. Per cui quando la Mamma va a lavorare la scena è la seguente: durante le prime due ore, tra cambio, vestizione, intrattenimento -che se la lascio sola urla-, riesco a farmi un caffè bruciato; dalla terza ora è una tragedia perché vuole mangiare e urla, il biberon non lo prende e urla, io non ho il seno e urla, la prendo in braccio e urla, passeggio e urla, tentativo di rumore bianco “fuoco sulla brace" e urla, accendo la TV Peppa Pig salvami tu e urla, giro sui Teletubbies e va finalmente meglio ma mi fanno talmente cagare che urlo io e cambio canale, e urla. Dopo circa mezz’ora ce la faccio: semplicemente diventa rossa, poi quasi cianotica e finalmente crolla in catalessi, poverina. A questo punto la poggio sul letto e mi catapulto sul divano, birra e patatine alla mano, accendo la playstation, mi appare start. E urla.       
Il resto va abbastanza bene a parte il crollo della mia vita cosiddetta sociale. Prima erano serate tipiche aperitiviconamici, chiacchiere su donne sport motori, tanto alcool ed inutili ma divertenti tentativi di conquiste fino a tarda notte. Ora sono serate tipiche cenacoppieconbambiniurlanti, chiacchiere su bimbi cacche rigurgiti, tanto caffè ed inutili e poco divertenti tentativi di addormentare la bimba fino a tarda notte. Prima ero invitato, chiamato, ricercato da tutti. Ora mi chiamano solo mia madre, Papa Francesco e i call center di Sky e Vodafone. I centralinisti di questi ultimi, fino a poco tempo fa da me insultati, per me ormai rappresentano le uniche occasioni di conversazioni interessanti su schede promozioni e sconti tant'è che ogni volta cerco di allungare la chiamata ma dopo un po' sono loro ad insistere a voler attaccare il telefono con mio grande disappunto.
Ma la verità è una sola, anche se scontata: tutti questi piccoli inconvenienti alla fine vengono dimenticati non appena tua figlia ti guarda tutta storta sorridendo e sbavando, con un innocenza e purezza tale che ti manda direttamente in paradiso. Amen.